Un Pap-test per la prevenzione del cancro alla cervice uterina - Centro Sarai
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Più pap-test, più vita!

L’introduzione dei test di screening, come Pap-test e HPV-test, ha fatto in modo che il numero dei casi e dei decessi sia in costante diminuzione. Secondo le stime la malattia diagnosticata nei giusti tempi è altamente curabile.

Cos’è il tumore alla cervice uterina?

Questo tipo di tumore si sviluppa nella parte inferiore dell’utero.

L’utero ha la forma di un imbuto rovesciato e l’estremità inferiore, la cervice, che si apre nella vagina, può essere suddivisa in due parti dette endocervice (cellule squamose) ed ectocervice (cellule ghiandolari)
I due tipi cellulari si incontrano nella cosiddetta zona di transizione.
La maggior parte dei tumori della cervice prende origine proprio da cellule che si trovano in questa zona “di confine”. 

E’ molto diffuso?

Il tumore della cervice uterina è al quarto posto tra i tumori più comuni nelle donne e rappresenta il 6,5% di tutti i tumori che vengono diagnosticati nel sesso femminile.
È il tumore più comune in 23 Paesi, molti dei quali a reddito medio-basso e collocati nel continente africano.
In Italia ogni anno si registrano circa 2.400 nuovi casi, l’1,3% di tutti i tumori diagnosticati nelle donne. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi delle pazienti con tumore della cervice uterina è del 68% e ogni anno circa 500 donne muoiono a causa della malattia.
I dati sono destinati a mutare grazie alla prevenzione, la diagnosi e cure specifiche sempre più efficaci. Ma la strada è ancora lunga e l’informazione necessaria. (fonte AIRC, dati ISTAT 2017).

Qual è la causa?

Tra i più comuni fattori di rischio troviamo l’infezione da Papilloma virus umano. Può essere trasmesso sia per via sessuale che attraverso il contatto di regioni non coperte da profilattico.
Non tutte le infezioni da HPV aumentano ugualmente il rischio di sviluppare il cancro della cervice.
Solo alcuni degli oltre 100 tipi di HPV sono pericolosi dal punto di vista oncologico, la maggior parte rimane silente o si limita a dare origine a piccoli tumori benigni detti papillomi e noti anche come verruche genitali.
Altri fattori altrettanto rilevanti sono il fumo, la presenza di familiarità, una dieta povera di frutta e verdura, l’obesità e le infezioni di Clamidia.

Le cellule incriminate non assumono immediatamente la forma del tumore ma danno luogo alla formazione di lesioni precancerose. Queste ultime spesso regrediscono senza alcun trattamento non dando luogo alla malattia. La prevenzione e la scoperta di queste lesioni in tempo utile diminuisce drasticamente la possibilità che possano dare origine ad un tumore.

Scoprirlo in tempo

A tal proposito è fondamentale l’esecuzione nei tempi consigliati dall’OMS di Pap-test e di HPV-test che individua direttamente nel DNA la presenza delle cellule tumorali.
Il tumore al collo dell’utero può essere diagnosticato in fase iniziale e precancerosa se sottoposti in modo regolare ai test di screening sopra citati. In caso di risultati sospetti il medico può ricorrere ad altri esami specifici come la colposcopia, la tomografia computerizzata (TC), la risonanza magnetica o PET.

La scelta del trattamento dipende dallo stadio e dall’estensione del tumore e da fattori come lo stato di benessere generale dell’individuo. Possono essere applicate in combinazione più strategie, sia chirurgica che farmacologica, al fine di garantire una maggiore efficacia.

(Fonti: AIRC, dati ISTAT 2017, “Global Cancer Statistics 2020”)

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Visite effettuate da:

Dott.ssa Aurelia Ligotti

Medico specialista in Ginecologia e Ostetrica, si occupa di patologia ginecologica e ostetrica anche presso la Clinica Santa Famiglia di Roma e l'Ospedale Villa San Pietro Fatebenefratelli.

Dott.ssa Michela Nicotera

In Centro Sarai si occupa di visite ed ecografie ginecologiche ed ostetriche, delle patologie della sfera femminile, della prevenzione e della contraccezione.

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